Yves Bonnefoy - maestri di musica e immagini

premessa fondamentale: questo articolo fa parte di una serie di scritti che non sono articoli di critica letteraria.

non si intende, con questi contributi, approfondire in maniera scientifica un’opera o un autore. piuttosto, il desiderio è quello di omaggiare, pur in modo puntiforme, alcuni grandi maestri della poesia a cui la redazione si ispira molto.

 

che ne dite, parliamo di ritmo?

nei due articoli precedenti si è parlato molto di immagini, sotterraneamente anche di ritmo nello scritto dedicato ad Angelo Lumelli (“Maestri di musica e immagini – 1”).

adesso, invece, prendiamo proprio di petto la questione.

lo facciamo con un esempio altissimo di utilizzo ritmicamente significativo della virgola, ultimo baluardo di una punteggiatura sempre più traballante e vituperata.

bene, ora la parola passa al testo.

(data la lunghezza di alcun versi, per evitare una errata lettura in versione mobile, si adotta la norma editoriale che utilizza “/” per segnalare la fine di un verso).

*** 

IL FIUME

Ma no, sempre 

Per uno spiegamento dell’ala dell’impossibile 

Tu ti svegli, con un grido, 

Dal luogo, che non è che un sogno. La tua voce, d’un tratto, /

È roca come un torrente. Tutto il senso, raccolto, 

Vi cade, con un tonfo 

Di sonno gettato sulla pietra. 

[…]

 

Yves Bonnefoy, Nell’inganno della soglia (A cura di Fabio Scotto), IlSaggiatore, 2021

*** 

lo sentite?

martellate, forti e ritmate, virgole che pesano come macigni e scandiscono un dettato fatto di immagini potenti.

la forza con cui avviene il risveglio del fiume dal sonno, urlando, non avrebbe la stessa potenza sonora senza la sapiente modellazione del verso e del suo profilo ritmico. Interruzioni frequenti, versi spezzati e insistenti come un incubo ricorrente.

e la voce.

voce che arrochisce, si rastrema e fa tremare i nello sforzo di liberare l’emozione dirompente cagionata, forse, proprio dal sogno.

impulso sonoro che attrae come un buco nero «Tutto il senso», reso materia nella materia e, ancora una volta, gettato visivamente a cozzare contro un sasso, al punto che di tale squasso si riesce a sentire quasi la vibrazione nella propria carne.

sebbene il testo riportato sia solo la punta dell’iceberg di una lunga poesia, già da questa manciata di versi è possibile intuire quanto fondamentale sia la musica in poesia, anche quando è di timpani percossi, anche quando picchia duro.

Articolo a cura della redazione di Heimat

© heimat - rifugio poetico (no copyright sul testo poetico, che viene riprodotto per gentile concessione della Casa Editrice citata in calce al testo e/o del detentore dei diritti su di esso)

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